le sere rosa di fine primavera

 

La dolce malinconia delle calme sere di primavera, quando il cielo si tinge di rosa e l’aria si raffresca, corri con la macchina e guardi l’orizzonte, in quel pensiero che non fa male ma grogiola nel ricordo, a volte si perde nel sogno, un respiro e l’emozione di uscire a cena, con calma assaporare la dolce serenità di un bicchier di vino condiviso, di parole dette piano a non intaccare quell’incanto, la voglia di ritrovare la quotidianità e la sorprendente gioia delle piccole cose, rientrare a casa e annaffiare i fiori sul terrazzo, mentre la radio passa ancora la tua canzone, sembra tutto così normale, sembra tutto così impossibile, le amiche di sempre e le confidenze, la speranza e la certezza che domani sarà una bella giornata, che sarà una giornata con un emozione dentro, la speranza che torni a sorprenderti la vita e ti invada, un sogno che non osi fare, un momento che non riesci nemmeno a pensare, che in fondo al tuo cuore brami, e immaginare il suono di un sms che arriva,  e di un sorriso che si staglia sul mio volto, ma poi è forte la consapevolezza che ciò non accade, la razionalità che combatte i sogni, ma vive dentro me ancora la forza e la voglia di credere che possa succedere, che succederà

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..rimando la vita!

 

Seduta davanti ad una tazza di tisana ai frutti rossi , fumante,  tutto quello che voglio è calore, ma non ce n’è intorno, solo indifferenza e freddo e nebbia, e cadono le gocce sui vetri, di pioggia e lacrime, e cadono senza far rumore, senza destare stupore,  sotto questo cielo grigio come il piombo, e cerco una luce per guardarmi dentro, per guardarmi intorno, ma non la trovo, ci sono solo piccole e flebili fiammelle che non bastano a far luce ai miei passi incerti, come fari nella notte abbagliano veloci e spariscono nel buio, e torna l’incertezza di tutto, questa lenta agonia della malinconia che sembra non aver fine mai, che non ha un motivo e per questo fa ancor più male, è solo il frutto del mio girovagare che adesso deve aver fine, perché senso non ne ha, devo iniziare a ricostruire, ma non posso, e devo aspettare, come un condannato legato ad un palo a guardare il mondo che scorre e non poter fare niente, così io… resto qui infreddolita, quasi impaurita a bere questo calore per scaldare almeno lo stomaco e sognare il sole a scaldare il  sorriso, e aspettare un abbraccio a scaldare il corpo e il cuore… ogni giorno improvvisare un motivo ed un entusiasmo, quasi incapace di sognare oltre, perché impossibilitata a vivere l’oggi, tutto sempre rimandato, tutto messo via ad aspettare giorni migliori, giorni miei , giorni da vivere… e qui piantata con i gomiti su questo tavolo, chiudo gli occhi prima ancora che un altra lacrima scappi, la imprigiono tra le ciglia ed il rimmel, la camuffo, la maschero ancora una voltacon un piccolo sorriso….e rimando….rimando la vita!!!!!!

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