prima di te non c’era niente , prima di te non c’ero io, tutto era avvolto da una strana nebbiolina che come un velo copriva e nascondeva i colori, rumori che avevano tutti più o meno la stessa tonalità , ripetuti all’infinito come una nenia, battiti del cuore che andavano sempre alla stessa velocità, odori che si confondevano l’uno con l’altro.. attimi che non si distinguevano….. e poi sei arrivato te, e sono nata io.. il velo si è squarciato e poi dissolto e i colori si sono manifestati in tutto il loro essere, il verde dei prati e il blu del cielo, il rosso delle foglie d’autunno e l’oro del grano tagliato, il giallo dei girasoli e il grigio delle nuvole in un giorno di pioggia, il blu della notte, il platino della luna e l’argento delle stelle, i rumori si sono fatti suoni , il vento soffia sull’erba e si può sentire insieme al battito delle ali di farfalla, si sentono i brusii dolci della notte, le grida disperate degli animali in amore, le urla dei gabbiani, la pioggia che ticchetta sull’asfalto, e poi gli odori distinti la terra che ti entra nel naso e nella testa, il salmastro del mare, il profumo del pane appena sfornato , l’odore della pelle, e poi le voci e la voglia di correre cantando con le mani alzate al cielo, la musica che ti entra dentro e le emozioni che vivono da sole, il pianto e il riso…… Tu…hai fatto questo, sono nata e ogni tanto ci penso, e ora che tutto questo ce l’ho tra le mani.. non posso far altro che cercare di vivere, di esserci ora e sempre .. di correre, guardare cantare far scorrere la musica e il sangue nelle vene… e guardarti nel profondo degli occhi per vedere che sei tu l’origine.. sei un po’ come la sorgente… adesso scorro e devo scorrere da sola…ne ho la consapevolezza….. ma non devo dimenticare, non posso anzi ,non ci riesco proprio, e quando mi blocco è da te che torno e quando vado è da te che cerco di allontanarmi e prendere le distanze….tu ci sei….. e io ora, da un po’, ci sono…
un po’ sopra al cuore….
e mi sento così stupida a volte quando mi fermo a pensare.. e ogni volta cerco di non lo fare, ma poi mi guardo allo specchio e vedo i segni del tuo abbraccio intorno al mio corpo, i tuoi occhi in fondo al mio sguardo, lì dove finisce il corpo e inizia l’anima, un po’ sopra al cuore e mi chiedo perché ci sei rimasto, lì, ti sei seduto su una panchina, anzi hai piantato una tenda…… da un po’ troppo tempo…. un opera incompiuta, un sorriso mancato, un bacio che non era un addio ma un arrivederci… e poi il niente, persi nel mondo nelle proprie vite, ognuno nel suo mondo distante solo una mezz’ora l’uno dall’altro.. ma lontani milioni di pensieri e parole.. e poi ogni tanto appari.. e non so per cosa.. tre parole.. ma ci sei.. anzi ci siamo.. nella mente… e mille domande come una 15enne un po’ sognatrice, mi chiedo un milione di cose e poi mi rispondo che invece è solo un caso, non volevi dire niente più di quello che hai detto, forse.. o forse… e poi torno con i piedi per terra e sogno solo pochi istanti al giorno, e vivo tutte le ore, e poi mi chiedo quanto dovrò ancora girare in cerca dei tuoi occhi, del tuo sguardo della tua bocca, e non so perché, non so se.. e non capisco, non ci posso nemmeno pensare a quanto sono idiota.. ma sono così: fuori moda, forse, poco interessante, quasi imbarazzante per quanto posso essere infantile, e ripasso lentamente i si detti probabilmente troppo presto e i perché mai domandati, e le domande lasciate infondo alla gola, codarde da non uscire, non per paura delle risposte ma per non essere invadente, maledetto vizio che non riesco a perdere.. Scolorirai anche tu, vero? dimmi che è così.. il tempo lascerà il vuoto intorno a quella tua immagine, a quel sorriso così speciale, mai troppo e mai di convenienza, al tuo ridere che se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire, alle parole giuste al momento giusto, al calore del tuo corpo sconosciuto e familiare, al desiderio che con te se ne è andato e stenta a tornare, e la sensazione dei tuoi capelli tra le dita, al tuo sfottermi e fermare ogni piccolo e timido tentativo di dirti spudoratamente ciò che è….. dimmi che tutto questo sparirà presto, non posso restare ferma qui, devo andare .. devo farlo.. e accantonare la mia voglia di cercarti per venirti a scoprire, per entrare in te e per convincermi che infondo non c’è niente di interessante da conoscere in te, ti prego dimmi che è così, che mi sono sbagliata, che eri un bluff, che non c’è niente di bello, che .. dimmi ciò che vuoi.. se riesci a convincermi sei un grande incantatore di serpenti, sei un po’ mago… proverò a camminare senza voltarmi per vedere se me ne posso andare, anche se stenteranno a crederla gli occhi del cielo questa cosa qui, loro sanno dove guardare…!
questo volerti bene..da’ ancora i brividi
Quando accade che mi fermo a guardarti mi smarrisco nel cielo dei tuoi occhi in mezzo alle virgole dei nostri discorsi, scorre il tempo e mi chiedo perché tutto passa e non passi te; attraverso vite, anime, corpi e storie, e poi ritorno a te, come fosse quel filo rosso che mi lega a te , come ci fosse un volere che va oltre ogni personale volontà, e tu torni, siamo sempre così vicini, che star lontani a volte è una necessità per vivere, inutile tentare di spiegare questo bene che ti voglio, questo qualcosa che viene da dentro che non si ferma davanti a niente, che non chiede ma dà, che è felice se sei felice che è … Con gli anni ho imparato tante cose, e questo ha reso più fluido il nostro rapporto, con gli anni però non ho perso la curiosità di osservarti, di scrutare i tuoi gesti, di conoscerti, perché ai miei occhi sei sempre nuovo, perché sei sempre un grande pozzo di cose interessanti, ed è per questo che è bello star con te a parlare ore ed ore, di tutto, dalla fisica quantistica a come si cucinano le bavette con le vongole, a parlar di sentimenti e di vino, di abitudini e di vite vissute o anche solo sognate, ascoltare consigli e vagliare le ipotesi, esprimere opinioni e ridere sulle cazzate che ogni tanto ci diciamo; Il tempo non ha però sopito il piacere di sentirti vicino, quei piccoli brividi, anche se la nostra confidenza mi rende libera e serena di fare la sciocchina e a volte anche l’oca ammiccante, perché tu sai ciò che sono, più o meno, tu non giudichi, tu apprezzi e soddisfi il mio bisogno di essere guardata..il fatto è che a volte per non sentire quei brividi mi sottraggo al tuo contatto, mi astengo dalle smancerie perché poi è un po’ più difficile..ma mi piace.. o cavolo se mi piace sentirli ancora…
Nel mio girovagare mi guardo intorno alla ricerca di un “amore” da scovare , e mi illudo che esista qualcosa di più, qualcosa di diverso ..ma poi lo so che l’amore non esiste, e se esiste è qualcosa di diverso .. è forse quello che provo per te? ma forse SI, ma non lo so.. Si sa ,è risaputo, perché non ne faccio un segreto, io non so cosa sia amare, non so ciò che significa, ma se mi fermo davanti al mare in un giorno di sole è te che vorrei abbracciare, e se poi svanisce il sole arriva il vento e scompiglia i capelli alza la sabbia e fa crescere le onde è te che in quel momento vorrei avere accanto e sentire le tue braccia che mi vengono a scaldare, e se poi corro fino alla fine del fiato in un prato è su te che vorrei cadere e con te vorrei rotolare fino a che il brivido diventato insopportabile ci costringesse a soccombere a quest’eccitazione e appagare i sensi.. non c’è niente di normale nelle parole che dico, scrivo e che ti so raccontare, ma il normale o comune che lo si voglia chiamare è alla fine anche noioso e banale, ogni giorno ha la sua follia che rende normale ciò che per altri è sicuramente inusuale, e di questo non appartenere ai più ne faccio una profonda convinzione e un vanto, finchè posso mi distinguo, finchè avrò la forza di essere me stessa fuori da schemi e convinzioni, lasciando dire chi mi vorrebbe imprigionare, cambiare o redimere .. e se questo è strano lasciamo che sia così, il mio volerti bene è l’amore più particolare che riesco a provare che non riesco a controllare…..
poco prima della pioggia
i tuoi occhi mi passano in rassegna e indugiano sui particolari, faccio fatica a restarti indifferente, a fare finta di niente, ma ci provo, ci devo riuscire, non posso cedere, sarebbe sbagliato, sarebbe stupido, sarebbe .. sarebbe.. sicuramente bellissimo.. perché lo so, e infondo lo desidero sempre, e se mi lascio andare è lì che vado a finire, e cedo.. cedo mentre in questa sera calda d’estate piano inizia a scendere la pioggia, silenziosa come i tuoi passi, calda e piacevole come le tue mani, come la tua bocca, e prima che il cielo rovesci la sua potenza, tu mi prendi con la tua fermezza inchiodando la mia schiena al muro, senza darmi il tempo di dire, di fare, la tua bocca si prende i miei baci con impeto, non oppongo nessuna resistenza e mi lascio andare a quel desiderio di te tenuto a bada dalla razionalità, ma così intenso da esplodere in un attimo, mescoliamo saliva e carne, mescoliamo respiri affannati e morsi accennati, le tue mani mi percorrono sui vestiti cercano la via, il mio corpo si offre a te, la schiena si inarca, i seni ti regalano il turgore dei capezzoli, il cuore accellera i battiti, sento che cresce il tuo desiderio, ti sento premere contro di me così forte, ti desidero, cade la tua camicia di lino leggera, si posa a terra e mi riempio i polmoni del tuo profumo, del tuo odore, ti voglio, e te lo dico, non gioco più, non scherzo.. ma lo sai, è solo che mi piace essere chiara.. ci fosse l’ombra del dubbio.. anche se infondo so benissimo che non ho deciso io, sei tu che hai deciso di avermi, ora qui.. ora è l’ora, e mentre bacio il tuo petto, il tuo collo, le tue mani frugano smaniose di scoprire quanto sia forte questo volerti, affondi le tue dita e mi scappa un gemito, il piacere è così grande.. avevo quasi scordato che effetto mi fai, e poi in un attimo mi sollevi quasi da terra, mi volti e ti fai spazio tra le mie cosce, così entri come a dire “ci sono piccola” ti sento ogni centimetro ti avvolgo un abbraccio caldo e morbido per te, il tuo respiro sul collo, le mie ginocchia si ammorbidiscono, il piacere esplode dentro me, forte, continuo, incessante.. non mi dai tregua mentre ti sento sudare su me, mordere ,stringere e godere, non ho più nessun controllo del mio corpo e nemmeno della mia mente, sono nelle tue mani, sei tu che comandi, dirigi.. io ti assecondo con piacere, godendo di ogni istante , mi guardi compiaciuto con quegli occhi quasi socchiusi,che brillano come lame affilate, non parli ma dici tutto, voglio essere la fonte del tuo piacere .. … mentre fuori l’acquazzone estivo copre ogni rumore, lasciando noi al centro del tempo, nel darsi e volersi… si consuma tutto questo fino a che la tensione sale alle stelle, per poi esplodere fino a far ricadere noi a terra e sorrisi sulle nostre labbra, sguardi sereni e momenti di lenta complicità e dolcezza… e nell’aria che sa di fresco e terra bagnata i nostri occhi si incontrano ancora per un po’, rasserenati e rassegnati da ciò che è stato e forse poteva non essere… senza alcuna voglia di andare via, perchè c’è bisogno di perdersi in un sogno almeno ogni tanto , fosse anche solo per un ora o un po’ di più, serve a dar senso alla vita…
il vento increspa le onde
.. e poi passano le meteore così in fretta che assomigliano più a stelle cadenti, svaniscono i brividi, e cala l’apatia… succede .. e ti ritrovi lì ferma a sostenere le tue teorie che non fanno una piega, a razionalizzare le tue emozioni, a gestire le tue giornate con la professionalità che ti si addice, a muoverti tra serate mondane, eventi sociali, a ridere e dispensare battute, a abbracciare salutare a rispondere a tutti i come va.. con i tuoi ormai collaudati .. sto bene.. e infine torni a casa, e se ti fermi un momento a guardare il soffitto ti rendi conto che in questo momento, come in tutti i momenti pesanti.. vorresti una favola, una favola da vivere di giorno e sognare di notte, sei grande abbastanza per sapere che le favole esistono solo nei libri e nei film, ma ciò non ti dissuade dal volerla, anche battendo i piedi come fanno i bambini, perché va bene tutto la tua vita è tua è piena è anche gratificante , ma manca un pezzo, manca sempre quel pezzo che hai sbagliato, che non sei mai riuscita a trovare e non sai perché, e ti convinci che sia così, che infondo ci sia sempre quel retaggio infantile di non sentirsi accettata, di non sentirsi degna dell’amore di nessuno e di sentirsi solo in debito con gli altri.. è per questo che la tua gioia sta nel dare anziché nel ricevere , che si legano a te solo uomini egoisti, e gli altri, quelli indipendenti e altruisti, si avvicinano, ti guardano e vanno, forse solo perché li illudi di non aver bisogno di loro.. sei bravissima in questo.. sei sbagliata Signorina mia, sei sbagliata dentro e a volte il vento increspa le onde finchè non si muove tutto il mare e allora diventa un casino.. vacilla l’equilibrio anche contro la tua volontà , si attenua il sorriso, e si perde lo sguardo nel cielo, sognando solo altri lidi.. sai che devi cambiare i tuoi pensieri ma poi ritornano, sai che sei una che non crede ma spera, sai che sei una che si è sempre sentita così, e quando si placherà la tempesta ti rassegnerai ancora una volta alla tua condizione suprema, fatta di condanne autoinflitte, fatta di rinunce autoimposte, fatta della convinzione che non ci sarà mai ciò che credi, ma che piuttosto che accontentarti rinunci… e vai avanti per altre strade..
il mare è in tempesta… ma anche parecchio adesso!
meteore e brividi
per un bel po’ di tempo ho creduto che qualcosa si fosse rotto dentro di me, ho creduto di non essere più capace di provare emozioni; solo qualche mese fa pensavo fosse impossibile sentire i brividi lungo la schiena, quasi mi ero rassegnata a questo, credendo fosse la condizione esistenziale che mi spettava, per decisione di chi non si sa; Nella mia testa pensavo che nessuno avrebbe mai potuto farmi sentire quella sensazione bellissima che ti fa mancare il respiro, le forze, che ti stampa il sorriso ebete sul viso e annienta la capacità di intendere e di volere per qualche minuto …. forse rassegnata avevo anche sperato di vivere nel grigio… ma non ne vale la pena… perché se non cerchi e non chiedi poi capita che ti imbatti nell’inaspettato…. Io so di non essere capace di amare, probabilmente, come ho sempre sostenuto e tutt’ora sostengo, perché è come dire il pezzo mancante del puzzle non c’è e pertanto non ci riesco.. annego nella mia aridità e nel mio individualismo, mi faccio annientare dall’egoismo e mi faccio succhiare l’animo da chi non sa dare niente.. però.. sono io, ho bisogno di essere viva, un ora, un giorno, un mese… ma viva… e se non so amare, pace, vivrò solo di innamoramenti, infatuazioni e emozioni….. e così quando credo di essere arrivata al punto di potermi sedere indisturbata sul greto del fiume a osservare l’acqua che scorre , berne ogni tanto un sorso, solo per il piacere di sentirla fresca scendere in gola… ecco che arriva la piena e bammm mi travolge… mille volte mi sono forse negata questo, mille volte non ero pronta mille volte sono fuggita.. ora non voglio farlo, ho bisogno di vivere ….. e mi faccio bagnare trasportare, dimenticando che non va bene, non si può, non si deve, fa male .. perché bisogna che sia per due.. e dove sta scritto… il male non si sente, è molto più grande il momento di sorridere e sentire il sangue che scorre, il corpo che si plasma ,che si rende affascinante senza che tu ci metta niente, i pensieri positivi e l’energia… e se poi non suona il telefono , bah si fa finta di niente, perché quel che c’è si prende e quel che non c’è si lascia andare via…. perché vivere è più importante….
piacevolmente DONNA
attendevo da tempo i brividi e speravo esistessero ancora, mi sentivo un bel fiore appassito per la mancanza d’acqua, avevo perso la voglia di credere che esistesse qualcosa di diverso…. poi ho dato retta a quell’istinto, rimandato indietro da tempo, ho fatto si che .. ci fosse… ho fatto si che fosse… quando ho sfiorato la tua pelle, .. un piccolo brivido, era vero non era immaginazione.. avevo voglia di sfiorarla ancora di toccarla e poi percorrerla…. avevo voglia di andare oltre.. oltre al tuo sorriso, e al tuo sguardo.. e trovarti così, lontano dal caos di sempre, lontano dal sorriso mescolato alla gente, alla musica , al rumore di bicchieri e parole… mi ha fatto bene, mi ha fatto sentire.. mi ha portato piano rilassatamente verso te, uno sconosciuto che non è mai stato tale, a volte ci ho pensato, ma poi mai fino infondo .. e invece.. è stato così piacevole.. sorreggermi al tuo barccio e camminare con te, tra l’imbarazzo lieve dell’incontro e la voglia di scoprire; come fosse Natale, e fossi un regalo da scartare, qualcosa di nuovo e eccitante da esplorare.. ed è così che è stato in quell’accompagnarmi al tuo braccio, per rendere più sicuri i mie passi tacco 13.. e un po’ di più, mi sono persa nel desiderio di sfiorare le tue labbra, senza nessuna voglia di nascondersi dientro ad inutili reticenze, mentre seduta davanti a te potevo indugiare sui tuoi particolari, sul tuo sorriso accattivante, sul tuo sguardo cercando di scoprire cos’era che mi costringeva ogni volta a guardarmi intorno, con il desiderio di incrociarti, di scambiare due parole, mai troppo vuote, mai troppo scontate.. e adesso ero autorizzata a guardarti da vicino, finalmente, sentendo la tua voce, e capendo le cose che dicevi, senza alcuna interferenza.. sorpresa di trovarmi a “casa”, sorpresa di guardarti e continuare a non capire cosa mi attirava in te, ma sentirmi comunque sempre più attratta da quel sorriso che si stagliava sulla tua faccia, ero serena e stavo così bene con me stessa (finalmente) che… piano si faceva spazio in me il desiderio di.. avvicinarmi, e così tra un bicchiere di vino e le tue parole…ho iniziato a cercare di scoprire il tuo odore, finchè non ti sei avvicinato e ho capito che potevo smettere di cercare, la tua pelle si confaceva con la mia, anzi da sotto i vestiti il corpo rivendicava la sua libertà di toccarti, e mentre salivo le scale saliva con me, con noi, il desiderio di ascoltare quel grido e mescolare un po’ di noi.. e così che è stato ridendo rilassatamene prendersi e perdersi in un unico momento di passione, e liberare anche l’ultimo respiro perché diventasse un sospiro.. .. liberare il piacere, ricordarsi come si fa a lasciarsi andare totalmente, mentre la mia mente lo voleva il mio corpo doveva recuperare certi movimenti e un po’ di spontaneità, ma in te ho trovato mani forti e labbra morbide e carnose, ho trovato la tentazione,e la gioia di cedervi… mi sono scoperta ad avere ancora la voglia di giocare con quel piacere che libera la testa e i sensi, e mentre gli spasmi squassavano il mio ventre guardavo i tuoi occhi intenti a carpire il piacere che mi stavi regalando, e in me saliva la voglia di ricambiare , brivido dopo brivido.. finalmente nelle mani di un uomo, finalmente mi sentivo donna… autorizzata a essere donna, anzi liberata e fatta sentire “donna”… e poi .. ma si.. e poi chi ha pensato più.. … ho sciolto le catene e mentre tutto si consumava.. beh mi sentivo bene… e bene sentivo te… nel buio che mi portava a casa, non riuscivo a pensare ma solo a sorridere, era un bel po’ che non mi capitava che ci fosse l’attenzione su me e sul mio piacere, sul mio corpo, che non fossi considerata un oggetto del solo egoistico piacere, costretta in un certo senso a condurre i giochi a essere uomo, dalla cena, al resto.. dal sorriso al piacere.. e invece per una sera DONNA.. e come sempre ho sostenuto, fosse anche solo finita così.. sarebbe una conquista.. perché non conta quanto, ma conta come.. conta l’ora, lo star bene, perché è questo che mi piace che desidero… e cerco di dribblare la sofferenza, finendo poi per caderci distrattamente, ma poi se riprendo il controllo di me, piuttosto mi fermo un pochino prima di .. ma mi godo l’attimo del bello che c’è.. e fosse anche solo un ora, una sera… tu mi hai fatto bene.. bene sei..e quel sorriso rimane tra quelli da mettere nel libro delle cose belle…quelli a cui magari si chiede la replica, ma a cui non si deve chiedere mai troppo, un sorriso di quelli che si cerca per star bene e a quelli a cui si offre, si regala liberamente la parte migliore !!!
te…
stamani mi sono svegliata con un pensiero di te nella testa, sul corpo e forse anche altrove… tu disteso nudo sul tuo letto sfatto dalla foga del nostro appartenersi , privo di forze, beato nel tuo sorriso, nato dal nostro mangiarci di corpi appena consumato, con le ultime energie rimaste dopo una giornata di lavoro estenuante e una serata in compagnia di amici, tu bello come non mai , un immagine meravigliosa che ho impresso nella mente, perché è così che mi piace pensarti fuori dai pensieri, io che mi rivesto svogliatamente, tu che mi guardi , la voglia di te non si sazia, scoppia ancora dentro me, ma è ora , ti bacio ancora una volta prima di andare via, prima di lasciare lì ogni desiderio, mi sei rimasto dentro, però, mi sei entrato nelle viscere .. non so perché è successo non lo avevo proprio messo in conto , ma è così che è accaduto, e te ne sei accorto.. non so vivere diversamente mi viene così… e lì quella notte ti ho salutato ma ti ho tatuato in me per sempre, sei scritto sulla pelle dell’anima, e non vai via.. lo sai e per questo vorresti usare la candeggina per cancellarti, ma non serve non funziona, accade e non c’è un motivo…