ecco quale era la mia paura…

e lo sapevo che mi avresti ferito,  sapevo che avevi un coltello in mano… e me lo hai conficcato nel fianco mentre sul tuo volto si squarciavano risate,  da me colavano fiumi di sangue verde dalla rabbia… umiliata, offesa, per il tuo essere stupidamente distratto, distratto nelle amicizie , distratto nei comportamenti, distratto nelle azioni, distratto dalla tua vita e distratto da me… e le strette al cuore e allo stomaco che con tanta naturalezza mi davi, erano solo il preludio per questo dolore,  che mi ha invaso ….e non è il credere o non credere a te, è il prendere coscienza di averti dato troppi alibi, di non averti messo limiti  , di aver sperato in qualcosa che non è arrivato che non è stato.. che…  e  la delusione mi brucia ancora e le parole, le parole non mi bastano perchè  io voglio i fatti, perchè sono abituata che le MIE parole sono piene di fatti, ma nelle tue non li trovo… ti ho sbattuto la porta in faccia, si… ma le porte sono fatte per bussarci fino allo sfinimento, per essere buttate giù anche a calci, se si ha qualcosa da dire e da fare….  mi sono seduta sulla sedia di cucina ed ho aspettato, per un bel po’.. e poi.. la mia attesa è stata così ripagata, l’attesa per il tempo che non è arrivato,  l’attesa di te.. e allora adesso quel tempo lo devi battere se vuoi trovarmi  ancora lì.. che  ci sia … mi conosci .. o forse no… la mia sensibilità mi porta ad estremizzare tutto, mi rende vulnerabile…ma poi mi trasforma in un mostro che si libera di tutto in un attimo… che si sente offeso e che  raccoglie tutta la forza che ha pur di   combattere un dolore… e scatena uragani… pur di perdere il vizio di prestarsi all’abitudine di soffrire.. e se tu soffri mi spiace, ma  mi spiace anche di più che soffra  io,  e il male   che sento non mi piace,  assolutamente e il bene che provo non può bastare a sopportare questo…  solo l’elevare l’amore al di sopra di tutto  mi può far capire che .. e mi può far vedere che…  e se sto così è  solo per amore…..  ma l’amore pensato, immaginato e sognato,  non basta più, a questo punto della vita serve l’amore vissuto, e non faccio sconti, non ne faccio più… l’uomo accanto deve essere un valore aggiunto non una sofferenza latente fatta di incomprensioni, e se per vizio tendo a dare sempre tutto e anche di più senza nessuna fatica.. poi quando vengo ferita..  sanguino e … mi chiudo e resto lì nel mio rifugio e non dò niente per niente.. e non dò…. non ho mai avuto paura di perderti, era di questo, di questo dolore che avevo paura…… e mi chiedo sempre perchè non possa essere capita e capire, mi fa abbastanza incazzare tutto questo… io voglio star bene… solo stare bene…e mi viene spontaneo operarmi per far star bene tutti gli altri, ma mi costa e mi è costato far questo per far star bene me.. o almeno per allontanarmi il più possibile dal dolore e girarmi dall’altra parte per non poterlo nemmeno vedere… 

“Io non pretendo di avere verità assolute
ti invito solo al tuo destino
che può cambiare
può certamente migliorare
dipende dall’impulso che vuoi dare

Ma grido, ancora grido
pensando a quando mi dicesti io senza te impazzisco
lo riconosco anche io ero presa, ma mi sono sentita offesa da te
e così io me ne andai “

  ( cuore pallido- Amalia Grè)

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2 commenti su “ecco quale era la mia paura…”

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